Assoluzioni e prescrizioni in appello per i mediatori accusati di presunte truffe immobiliari a Messina
Si “infrange” contro il secondo grado di giudizio, a sei anni dagli arresti e un anno dopo una prima sentenza che ora viene completamente ribaltata, l’inchiesta della Guardia di Finanza sull’affare immobiliare del complesso Fortino a Pace.
La Corte d’Appello di Messina oggi ha assolto gli imputati “perché il fatto non sussiste” e ha dichiarato la prescrizione. Cadono le accuse di truffa, quindi, per l’ex dipendente della Provincia Giuseppe Giammillaro, il mediatore Antonino Rizzotto, l’agente Giuseppe Giuliano e Vittorio Lo Conti, amministratore di diritto della Imprelogi srl, impresa costruttrice cui una società immobiliare aveva affidato il compito di completare i lavori di realizzazione di alcuni appartamenti in contrada Fortino a Pace. Nel luglio dello scorso anno erano stati condannati con pene che andavano dai 2 ai 4 anni.
In Appello, invece, i giudici hanno rivisto il verdetto, accogliendo le richieste dei difensori, gli avvocati Roberto Materia, Alessandro Billè, Daniela Agnello,Antonello Scordo e Giuseppe Carrabba. Cadono anche i risarcimenti che avrebbero dovuto pagare alle parti civili, ad eccezione di 900 euro di spese legali che Giammillaro dovrà pagare ad uno degli acquirenti.
I mediatori erano stati arrestati nel maggio 2015 dalla Guardia di Finanza e scarcerati a metà del mese successivo. L’indagine però andò avanti e portò al processo per tutti gli “immobiliaristi” coinvolti. La Finanza, dopo la denuncia dei promissari acquirenti, scoprì che il complesso in vendita era stato iniziato dal Gruppo Franchina, che lo aveva portato a termine per circa il 65%. Poi il cantiere era stato congelato per procedure in corso sulla impresa costruttrice.
Ad accollarsi il mutuo era stata la Imprelogi, alla quale il gruppo Italcase aveva affidato il compito di completare la costruzione. Nel frattempo la società era passata di mano, la iniziale impresa costruttrice era tornata attiva, avendo ribaltato le problematiche giudiziarie in suo favore, i promissari acquirenti avevano versato il dovuto senza aver mai visto le costruzioni terminate.
Fonte: Tempostretto
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