ROMA – “Il sistema concessorio italiano ha generato tre gare censurate dagli organi comunitari e quindici anni di giurisprudenza nazionale con dissequestri e sentenze di assoluzione in favore dei centri affiliati a Stanleybet”. Così Daniela Agnello, rappresentante legale di Rosaria Laezza, dopo l’ordinanza del Tribunale di Frosinone che ha dato applicazione ai principi fissati dalla Corte di Giustizia Ue, dichiarando la clausola sulla cessione della rete una “plateale distorsione della concorrenza”.
“Dopo le sentenze Gambelli del 2003 e Placanica del 2007 che hanno censurato la gara per l’affidamento in concessione dei diritti per l’esercizio dei giochi del 1999, dopo la sentenza Costa Cifone ove si dichiara che lo Stato italiano con la gara Bersani di affidamento di oltre 16.000 diritti concessori ha protetto e tutelato i concessionari statali, con la pronunzia del Tribunale di Frosinone si può attestare che anche la gara Monti per l’affidamento in concessione di 2000 diritti osta con il diritto dell’Unione e che il sistema concessorio italiano ha discriminato gli operatori stranieri”, conclude l’Agnello. RED/Agipro
Pubblicato il 09/05/2016 alle 14:59
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