ROMA – «Oggi abbiamo sostenuto e dimostrato che una disposizione che impone la decadenza dalla concessione per “ogni ipotesi di reato per il quale sia stato disposto il rinvio a giudizio e che l’Amministrazione valuti tale da far escludere l’affidabilità, la professionalità e l’idoneità morale del concessionario” è in contrasto con i principi di trasparenza, certezza del diritto e proporzionalità». Così l’avvocato Daniela Agnello al termine dell’udienza in Corte di Giustizia Ue dove è stato discusso il caso sollevato da Stanleybet, rappresentata dall’avvocato, contro il bando del lotto del 2016. «Tale clausola – continua l’Agnello – è formulata con una tale ambiguità, genericità e imprecisione, da rendere del tutto imprevedibili le circostanze che potranno determinarne la decadenza ed espone i concessionari a incertezza, favoritismo e arbitrarietà».
«Abbiamo risposto alle domande e ai chiarimenti richiesti dalla Corte e dall’Avvocato generale», ribadendo «la portata escludente della clausola che prevede la decadenza per circostanze non chiare, non precise e non univoche, insieme al modello mono-concessionario, e alle misure deterrenti e sproporzionate previste nel bando di gara, come la base d’asta di 700 milioni di euro», conclude l’avvocato.
Pubblicato il 07/06/2018 alle 15:02
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