Secondo la Corte di Cassazione i bookmaker esteri senza concessione non sono tutti uguali. In una recente sentenza, infatti, la Cassazione ha sottolineato come non si possa bypassare il doppio controllo richiesto dallo Stato italiano (concessione dei Monopoli e licenza di polizia) e aprire punti di accettazione sulla base di una licenza rilasciata da uno Stato della Comunità Europea. A titolo di esempio è stato esaminato il caso di un Centro Trasmissione Dati collegato al bookmaker Centurionbet, con licenza maltese, dissequestrato dal tribunale del riesame di Trani. I supremi giudici hanno deciso che l’ordinanza con cui è stato disposto il dissequestro è “manifestamente infondata, oltre che in sostanza immotivata” rispedendo la pratica al tribunale di Trani. La Corte di Giustizia – nella sentenza Costa Cifone del febbraio scorso – ha stabilito che non possono essere perseguiti penalmente i titolari dei centri collegati a Stanleybet, operatore che ha dimostrato di essere stato discriminato nel corso delle gare per le scommesse del 1999 e del 2006. Una situazione che di fatto non “apre” il mercato a tutti gli operatori esteri senza concessione, ma impone una valutazione per ogni caso specifico. “L’allibratore straniero Centurionbet ltd., per il quale gli indagati operavano – riporta la sentenza – non è stato illegittimamente escluso da una gara in violazione del diritto dell’Unione”. Già nel decreto di sequestro preventivo operato dal Gip di Trani, infatti, il bookmaker Centurionbet, anche potendo, “non ha di fatto partecipato alle procedure di selezione e risulta tuttora sprovvisto di regolare concessione”. In questo caso il sequestro è stato applicato senza “nessuna situazione di incompatibilità (e del resto nemmeno una situazione di non conformità)” con la sentenza europea.
Pubblicato il 10/07/2015 alle 09:04
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